Con questa news proseguo il ciclo di news dove approfondirò il bene e/o il male delle polizze personali.
Oggi parlerò della polizza vita come investimento, vale a dire quella a capitalizzazione.
Inizio questa news raccontando quello che quotidianamente mi accade.
La domanda classica che mi viene posta è:
Domanda: vorrei fare una polizza che mi copra sia in caso di morte sia che mi ridia un capitale alla scadenza, perché non vorrei che quanto pago non vada tutto a fondo perduto.
Risposta: la mia risposta normalmente consiste in due domande
Domanda 1: perché vuoi fare questa polizza?
Domanda 2: perché principalmente vuoi aver un capitale rivalutato a scadenza o perché vuoi assicurarti la liquidazione di una somma casomai dovesse capitare “il letale evento“?
La risposta bene o male è sempre quella: entrambi… però dimmi anche tu!
A quel punto spiego che stipulare una polizza che copre entrambi i rischi è una polizza che in apparenza sembra molto valida ma in realtà è assolutamente antieconomica e piuttosto inefficiente.
In effetti una polizza vita come investimento è strutturata in base alla tariffa a cui fa riferimento:
Esempio:
A) fatto 100 il premio che si è deciso di pagare:
Personalmente se il mio interlocutore è proprio deciso a percorrere questa strada suggerisco invece di stipulare due diverse polizze:
Domanda: ma questo per quale motivo?
Risposta: semplice perché se riprendo il precedente esempio con una soluzione di questo tipo ecco cosa accade:
Esempio:
B) fatto 100 il premio che si è deciso di pagare per le due polizze:
Al di là dei numeri di fantasia è certo che la soluzione due sia sempre più efficiente.
Domanda: a questo punto sorge spontanea la domanda, ma perché accade questo?
Risposta: semplice, perché la tariffa della prima soluzione è piuttosto inefficiente perché all’interno della doppia soluzione che propone:
a) ci fa annegare tutta una serie di costi nascosti meglio conosciuti come “caricamenti“;
b) i rendimenti della parte finanziaria della polizza spesso sono penalizzati:
c) le tabelle di mortalità collegate alla parte di assicurazione vita caso morte non sono aggiornatissime quindi garantiscono capitali assicurati rispetto ad una polizza vita caso morte stand- alone.
Domanda: ma come fa a capire un “uomo della strada“ che si sta infilando in questa anomalia assicurativa?
Risposta: la cosa più semplice è quella di analizzare la tabella dello sviluppo dei premi, quindi dei valori di riscatto.
Se la si analizza con una certa attenzione si vedrà che prima di 3 anni di vita la polizza non può essere riscattata ma soprattutto dal quarto anno in poi comunque il valore di riscatto è sempre più basso del premio pagato.
In casi come quello poc’anzi descritto il mio suggerimento è quello di individuare il premio che si vuole pagare annualmente suddividendo tra quanto premio lo si vuole destinare alla polizza vita caso morte e quanto ad investimento.
Normalmente in base a quanto premio si vuole destinare all’assicurazione vita caso morte scelgo la compagnia che a parità di premio garantisce il capitale maggiore.
Per la parte di premio da destinare all’investimento difficilmente propongo la sottoscrizione di polizze vita a capitalizzazione pura, quindi con bassissimi caricamenti e con altissime retrocessioni dei rendimenti dei fondi assicurativi collegati.
Piuttosto suggerisco l’acquisto di titoli di stato perché molto spesso, benchè abbiano dei rendimenti bassi, permettono alla lunga di trovarsi capitali superiori di quelli garantiti da una polizza vita di pura capitalizzazione
Qui però ci troviamo in ambito di scelte personalissime a volte anche dipendenti dalle singole disponibilità di investimento.
In una mia prossima news approfondirò la polizza vita caso morte perché si tratta di una polizza molto importante tra quelle che sono le polizze riguardanti le persone fisiche.
A questo punto se dopo aver letto questa nostra news ti sei reso/a conto che anche una semplice polizza vita d’investimento ha tutta una serie di insidie che è meglio conoscere prima di decidere la sua sottoscrizione. P
erché una volta sottoscritta hai una sola certezza che è quella di aver perso tanti soldi, che è l’esatto contrario dello scopo che avevi quando avevi deciso di approfondirne la sua conoscenza.
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